E’ nato a Arzignano ( Vicenza) nel 1974, vive e lavora a Milano. Dopo aver frequentato studi di Giurisprudenza inizia a dipingere. In seguito decide di lavorare il vetro, la ceramica e il ferro, impara ad intarsiare il legno e a cucire pelli e stoffe.
La sua ricerca artistica si indirizza verso la sperimentazione dei materiali.è interessato alla privacy e ai problemi legati allo sguardo ma riconosce come fondamentale la pratica del disegno che sempre sostiene il suo processo creativo.
Geniale, intelligente, delle volte ingenuo, fortemente entusiasta per la vita e per il suo lavoro, aperto alle critiche, altruista e di una vivacità imbarazzante. Nelle sue opere, il giovane artista analizza la privacy, l’intimità spiata e talora violata, temi di grande attualità sociale e individuale su cui lavora già da alcuni anni alla sua maniera, cioè in modo giocoso, poetico, divertente trasformando in modo surreale e delle volte barocco ed eccessivo, oggetti reali e spesso già esistenti, reperiti in supermercati o in mercatini, veri e propri interventi di ispirazione dadaista che superano il concetto Duchampiano, poiché non solo vengono privati del loro quotidiano utilizzo ma rielaborati dall’artista, vanno ad assumerne uno completamente diverso.
La creazione pratica realizzata mediante l’uso di stoffe, piume, bottoni e quantaltro si possa reperire in merceria, viene preceduta da una serie di disegni, veri e propri progetti del lavoro che l’artista andrà a creare usando le mani, gli occhi, e la sua inesauribile fantasia. Non a caso negli oggetti contenitori di privacy o nelle macchine per spiare “Spietors” si riconoscono sia la testa dell’uomo di giurisprudenza che li ha pensati, sia la mano abile del modellista che li ha materialmente realizzati.
Alla inevitabile domanda su come gli siano venuti in mente i primi Spietors ha risposto: ” tutto è nato una mattina in cui mi sono accorto che il mio vicino mi osservava ripetutamente, controllava tutto quello che facevo, mi spiava……dovevo trovare un modo per spiarlo a mia volta senza essere visto……pensai che se utilizzavo oggetto comuni opportunamente modificati, non si sarebbe accorto di nulla, nessuno può pensare che un cane in porcellana o la statua di un nano possano nascondere al loro interno un binocolo….” L’ingegno crea il gioco che si è poi trasformato in arte…e l’arte di Andrea fa si sorridere ma anche riflettere e trasuda di imbarazzante intelligenza.