E’ nato a Venezia nel 1956. Vive e lavora a Vicenza.
I riferimenti figurali nella pittura di Roberto Floreani viaggiano dalle evidenze geometriche a quelle di natura, congiungendo mondi che sono tanto vicini da sovrapporsi talora in un esito omologante; vi si avverte il respiro di un tempo cosmico, affidato alla scansione di uno spazio capace di rimandare a consistenze puramente spirituali se pur evidenziando rilievi, abrasioni, parvenze di corpi in filigrana. Una pittura grondante di memoria che ha le sue ragioni generanti nei tempi mitici dell’infanzia o in una sensibilità d’ascendenza remota.
La superficie è un’articolata orchestrazione di alternanze in levare e aggiungere che danno movimento all’immagine o, meglio, ai suoi dettagli costitutivi. Il motivo che richiama la realtà vegetale (le foglie) si dispone in verticale lungo direttrici sinuose che suggeriscono un dinamismo interno al quadro, quasi prodotto dalla forza di un vento che solleva. Assente la profondità prospettica, l’energia fenomenica del primo piano si rimarca invece all’occhio del fruitore, che può rinvenirvi diverse accidentalità materiche; queste lo rendono pulsante concretezza, anche se derivata da un’intensa attività del pensiero.
Il colore (il giallo, il cinerino, il nero, l’azzurro, tanto per citare alcuni di quelli più frequentati) si deposita su tratti che appaiono a volte erosi, scavati, bruciati, sospinti ad avvallarsi oppure a strutturarsi in sagomature aggettanti rispetto al piano; in tal modo si pongono in dialettica rilevanza zone porose e liscie, convesse e concave, scure e chiare mentre la luminosità proviene da una fonte indefinita. La pittura riflette così un modulo figurale che si reitera in un sostenuto ritmo di superficie; il tutto in una tensione astratta che vive di presenze riconoscibili eppur evaporate verso un nuovo ordine logico.